Cos’è che spinge una persona a decidere di intraprendere un percorso psicologico? Rendersi conto che non si sente bene e sapere che non le sta bene di sentirsi così.
I pazienti che approdano da me in studio, hanno già incominciato il loro cammino verso il cambiamento: perché si sono ascoltati, hanno sentito che c’è qualcosa che non va, che non funziona come dovrebbe o si vorrebbe, o c’è qualcosa che è diventato pesante da reggere.
Oppure a volte è il corpo che dà segnali forti, sensazioni fisiche importanti, che, una volta effettuate le dovute indagini, non risultano riconducibili a cause organiche.
Alzare il telefono, comporre il numero, chiamare: non è mai facile fare quella telefonata. Ma è forse utile sapere che si è già in cammino.
E chi si incontrerà? Una persona, un professionista, che ascolterà senza giudicare quanto viene raccontato, in uno spazio protetto, sicuro, in cui poter parlare dei pensieri che affollano la mente, delle preoccupazioni, dei timori e di ciò che si desidera per sé, liberamente.
La seduta è uno spazio per sé, di lavoro di conoscenza di sé e di acquisizione di strumenti per sé e per la relazione con gli altri.
Lo psicoterapeuta si fa vettore della conoscenza di sé: non dà consigli, ma aiuta a trovare le risposte e le soluzioni che si cercano, dentro di sé.