Negli ultimi mesi ho scelto di fermarmi e fare una riflessione sulla mia identità. L’ho fatto soprattutto per aiutare le persone a capire meglio chi sono e cosa faccio.
Perché ci sono ancora molti dubbi e luoghi comuni sulla professione dello psicologo e psicoterapeuta.
Cosa fa?
Chi aiuta?
Solo i matti ci vanno?
Cosa fa uno psicologo?
Tutto è iniziato con la creazione di una prima versione del sito, arricchita dalle immagini della bravissima Francesca Savino, a cui è seguita l’entrata nell’associazione Rete al Femminile Biella, dove ho trovato persone che credevano in me molto più di quanto ci credessi io, come Tatiana e Marie Louise.
E poi un incontro, quello con BNI (Business Network international), dove ho imparato a raccontare il lavoro che faccio e che mi appassiona, partendo dal mio percorso personale e professionale.
Da lì, una lunga riflessione su quello che c’è di me online.
Come mi vedono gli altri?
Il mio sito web racconta davvero quello che faccio ogni giorno con i miei pazienti? Le persone capiscono di cosa mi occupo? E ancora: posso in qualche modo essere utile anche a chi non intraprenderà un percorso psicologico?
Ecco che allora ho ripreso in mano tutto e mi sono messa a scrivere. Sono partita dalle domande, dall’ascolto, dall’osservazione di me e degli altri, dal pensiero.
Quello che ne è uscito è il racconto di ciò che faccio in studio ogni giorno.
Ho riscritto i testi per far capire a chi ha bisogno del mio aiuto come posso essergli utile. Ci ho messo un po’ di me e tanto delle storie che ho ascoltato negli anni.
Ho scelto di farlo in modo narrativo, perché credo che il mio lavoro abbia molto a che fare con la narrazione: ogni vita è una storia, ogni storia è un’avventura, ogni persona è un eroe che sta compiendo il suo viaggio. E ogni avventura o viaggio che si rispetti nasconde delle insidie o presenta di tanto in tanto degli ostacoli da superare.
Io non mi sostituisco mai al protagonista della storia, così come non prendo mai decisioni al posto suo. Il mio compito è di accompagnalo lungo la strada, sostenerlo quando il sentiero si fa tortuoso, metterlo in guardia dai tranelli in cui è possibile cadere. Un po’ come un Virgilio per Dante o un Albus Silente per Harry Potter.
Ora che il sito è finito, voglio dedicarmi agli articoli del blog, uno spazio per raccontare il lavoro che psicoterapeuta e paziente fanno insieme in seduta: perché questo è un lavoro che si fa necessariamente in due, collaborando.
Vorrei raccontare delle difficoltà che a volte ci sembrano solo nostre e che invece spesso e volentieri condividiamo con il resto dell’umanità: perché sapere che non siamo i soli è già confortante.
Vorrei raccontare del mio lavoro, perché credo fortemente che esso possa servire a far stare meglio, a far stare bene. E perché credo che le storie degli altri a volte riservino spunti di riflessione anche per noi.
Vorrei trattare argomenti che possano essere di interesse comune, utili sia in ambito personale sia in ambito professionale, affinché gli argomenti di natura relazionale, emotiva e psicologica possano diventare un Bene Comune, comprensibile e utilizzabile nei diversi campi e nelle diverse fasi della propria vita.
E vorrei provare a farlo nel mio modo, che è serio ma non serioso.
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Foto: Francesca Savino